Fù così che nel 1892 dopo lunghi anni di trasporti lenti e onerosi con vagonaggio a mano e con muli, ci fù l'evento delle locomotive a vapore. La galleria Henry, di sezione superiore agli 11 m2 consentiva il passaggio di una locomotiva a vapore di svariate tonnellate di peso e grande ingombro, dotata di un treno di vagoni a cassa in ferro da 750 lt.
Questa struttura mineraria contribuì in maniera determinante alla sostituzione della trazione animale ed attraverso una imponente rete ferroviaria, le locomotive, facevano la spola tra le fronti di produzione e le laverie.
     
La galleria Henry realizzata ed adibita a questo scopo, fù per l'epoca, dal punto di vista dimensionale, un'opera che trovava pochissimi riscontri a livello nazionale. I miglioramenti tecnologici necessari per far fronte ai crescenti costi di estrazione, fecero si che nel giro di pochi anni, fossero costruite tre laverie delle quali la più importante progettata dall'Ing. Luigi Sanna, denominata "Malfidano" (1888-1890), sulla spiaggia di Buggerru.
     
Tale impianto, fu realizzato per trattare minerali "poveri e misti" (tenore minimo del 18% in zn) e per l'epoca fu considerata un vero progresso dell'arte mineraria. L'andamento verso mare della mineralizzazione rese difficile il proseguo dell'attività mineraria; nel 1929 si ebbe la prima chiusura, successivamente l'attività continuò con limitata ripresa prima (anni 50) e ricerche poi sino al 1980. L'importanza di questa miniera è testimoniata, oltre che dalle statistiche minerarie che parlano di produzioni record di calaminari, anche dallo sviluppo dell' adiacente villaggio di Planu Sartu, il quale ospitava le famiglie dei minatori, lo spaccio aziendale, le scuole e servizi vari.
     






 


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